Riprende l’assalto della falsa green economy nel Salento

Riprende l’assalto della falsa green economy nel Salento

A distanza di quasi due anni dall’ultima battaglia contro i “colossi” della green economy, ecco che riprendono allegramente a presentare progetti di impianti eolici di grossa (anzi, enorme!) taglia nel Nord Salento.

L’ultimo in ordine di tempo è un impianto composto da 5 aerogeneratori alti 135 metri, con pale di 85 metri, che sorgerà nelle campagne tra Veglie, Salice Salentino, Leverano, Copertino e Nardò.

Il progetto è proposto da AEI WIND PROJECT III Srl, una società anonima romana, nata pochi mesi fa, che – come spiegato in passato – rappresenta una delle miriadi di società “di scopo” che nascono e muoiono a seconda degli interessi economici di fondo, che spesso non sono quelli di “produrre e vendere energia pulita”.

Una delle tante criticità sollevate nelle osservazioni prodotte nella procedura di VIA PNRR-PNIEC in corso presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, è quello relativo alla dispersione energetica, alla sovrapproduzione di energia elettrica in Puglia, alla vastità degli scavi necessari per collegare gli aerogeneratori tra loro e tra l’impianto e la futura stazione elettrica TERNA che sorgerà a Nardò, per cui si parla di quasi 40 km di tracciati, nonché alle varie e tante criticità ambientali, archeologiche e culturali.

Il testo delle osservazioni è liberamente scaricabile sia dal sito del Ministero sia direttamente da questo blog, in fondo alla pagina, cliccando sull’icona del pdf.

Qui ci basti sottolineare, nuovamente, che il Comitato non è affatto contrario allo sviluppo delle energie rinnovabili. Anzi. Siamo felici di immaginare un futuro libero dalle fonti fossili e in cui l’energia si rinnova e si riproduce dalle fonti naturali.

Siamo contrari alle speculazioni sulle rinnovabili, alla concezione colonialista per cui vengono proposti esclusivamente al Sud, alla sottrazione di suolo, alla distruzione della biodiversità, al degrado del paesaggio, ad una concezione per cui gli impianti devono essere enormi e tutti concentrati nelle stesse aree, che di colpo passano ad essere da zone agricole di pregio a mega zone industriali a cielo aperto.

Inoltre i mega impianti di energie rinnovabili sono inefficienti, perché – almeno in questa fase storica – vengono proposti quando ancora le reti elettriche sono vecchie e incapaci di reggere un modo diverso di produrre energia.

Già, perché se fino ad oggi le reti erano concepite per essere unidirezionali (da una centrale alla rete di distribuzione), oggi la concezione è cambiata, perché si passa ad una multidirezionale (cioè da più centrali di produzione alle reti di distribuzione) e finché non verranno adeguate le reti, è inutile proporre nuovi impianti, che, allo stato attuale, produrranno solo danni agli impianti e ai consumatori.

Infatti la Commissione europea, di recente, ha inviato alla Spagna una raccomandazione in tal senso. Nel testo delle osservazioni è presente il collegamento alla fonte ufficiale. Qui ci basti sapere che, in parole povere, la Commissione europea ha detto alla Spagna: basta approvare nuovi impianti di energie rinnovabili. Prima pensate a modernizzare ed adeguare la rete.

Lo stesso deve valere in Italia che, secondo Terna, ha una percentuale di dispersione di quasi il 10% (dati relativi al 2021). E con una dispersione del genere e le fonti di produzione lontane da quelle di consumo (la Puglia è in sovrapproduzione, la Lombardia, per dirne una, è in deficit), che senso ha continuare ad investire nel Meridione?

Questo è tanto altro è contenuto nel testo delle osservazioni. Buona lettura.